di Francesco Rozzo

Concluse da poco meno di un mese le tornate elettorali europee che hanno visto impegnare i cittadini ai fini della rielezione del parlamento del continente. Sono state elezioni molto attese, per svariate ragioni, i cui risultati hanno generato particolari disgregazioni all’interno delle singole nazioni dell’unione, relativamente legate a dinamiche di politica interna. Nelle democrazie dell’Europa occidentale, particolarmente Francia e Germania, la svolta a destra è chiara e limpida. La situazione italiana, invece, segue una linea stabile, di continuità, nei confronti dell’attuale esecutivo, seppur con qualche avanzata degli asset socialisti-progressisti. In questo clima di euforia mixato con scetticismi e perplessità il focus e le analisi dell’opinione pubblica sono catalizzate, esclusivamente, su temi di carattere governativo, di contro è stata fortemente esclusa dal dibattito la grande questione dell’astensione. Nel nostro paese un italiano su due ha disertato le urne, la sfiducia nei confronti della classe dirigente aumenta, la forbice tra giovani e politica si estende drasticamente. Si percepisce nell’aria un clima non propriamente rassicurante. Gran parte de cittadini non si sente rappresentata, questo perché manca un progetto serio e credibile. Ogni partito tira acqua al proprio mulino, cercando di raffigurare ideologicamente solo una parte di elettorato, quel bacino di consensi sicuri e stabili, i propri ultras metaforicamente parlando. Se da un lato, però, le curve si riempiono, le tribune, ahimè, rimangono terribilmente vuote. Votare, oltre ad essere un diritto/dovere, è un grande segno di libertà. Si sente spesso parlare, da alcune correnti, di ombre nere, ritorno del regime, fascismo alle porte. Io invito tutti alla serietà nei ragionamenti, non scherziamo con il fuoco, perché alla fine l’autoritarismo rischia di tornare davvero. Se saranno sempre meno le persone votanti, il destino di noi tutti sarà legato, inevitabilmente, dalla scelta di un esigua parte di individui. Una stretta minoranza che potrebbe portare ad eleggere, realmente, un individuo sovversivo. Per talune ragioni astenersi è un pericolo per la democrazia. Piuttosto esorto, comunque, tutti gli aventi diritto amareggiati a recarsi ai seggi lasciando la scheda bianca per lanciare un segnale chiaro e deciso a chi sta più in alto di noi.

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