di Leonardo Vitucci

Continuiamo la nostra rubrica storica, inerente alla biografia ed i racconti dei personaggi ai quali sono stati intitolati i nomi delle vie della nostra Ciampino. Per quest’edizione, vi illustreremo la vita del grande aviatore, Francesco Baracca. 

Francesco Baracca nacque a Lugo (RA), il 9 maggio 1888. Era figlio del proprietario terriero ed imprenditore Enrico Baracca e della contessa Paolina de Biancali.

Baracca fu un grande Asso dell’Aviazione italiana durante la Prima Guerra Mondiale e fu premiato con una medaglia d’oro al valore militare, tanto da essere soprannominato: “l’Asso degli Assi”.

Fu anche membro della Massoneria di Rito Scozzese Antico ed Accettato (RSAA) di Piazza del Gesù e fu autore di ben 34 abbattimenti aerei, così da detenere un primato mai raggiunto da nessun altro aviatore italiano. Grazie alle sue imprese nel settore aviario, Enzo Ferrari assunse il Cavallino rampante come simbolo della sua Ferrari, in suo onore, durante il Gran Premio di Ravenna del 1923, grazie all’autorizzazione della Contessa de Biancali, per far sì che l’applicazione del Cavallino (stendardo simbolo della famiglia Baracca) potesse portare fortuna alle sue vetture durante la gara.

Baracca cominciò la sua educazione e formazione nella sua Lugo e a Firenze, per poi iscriversi all’Accademia militare di Modena nel 1907, tanto da diventare sottotenente dell’Arma della Cavalleria del Regio Esercito.

Nel 1910, venne assegnato al Secondo Reggimento della Cavalleria “Piemonte Reale”, in zona Castro Pretorio, a Roma. Nella Capitale, vinse il concorso ippico di Tor di Quinto e, dopo aver assistito ad un’esibizione all’aeroporto di Centocelle, passò definitivamente all’Aviazione nel 1912. Nello stesso anno, Baracca si trasferì in Francia per frequentare la scuola di pilotaggio ed il brevetto come pilota e fu apprezzato per le sue ottime doti acrobatiche.

Allo scoppio del Primo Conflitto Mondiale, divenne Comandante della Novantunesima squadriglia del decimo gruppo caccia dell’Aeronautica militare italiana e guidò i voli di pattugliamento.

Il giorno 7 aprile 1916, nei cieli di Gorizia, Baracca compì il suo primo abbattimento e, due mesi più tardi, ottenne il riconoscimento di capitano. A novembre del medesimo anno, Baracca abbatté l’aereo “Brandeburg C.I.” della squadriglia austro-ungarica della Flick 16 e tale impresa gli valse l’iscrizione presso l’Albo degli Assi.

Nel 1917, Baracca abbatté un aereo austriaco della Flick 12 ed il giorno 5 maggio 1918 regalò un premio alla sua gloriosa carriera: una medaglia d’oro al valore militare.

Il 15 giugno 1918, abbatté anche l’aereo da caccia tedesco “Albatros D. III”, a San Biagio di Colmata. Successivamente, Baracca morì il 18 giugno 1918, a Nervesa. Dovette partire per una missione, scortato dal capitano Osnago, ma fu colpito da un biplano austriaco, durante le operazioni di volo. Il 23 giugno, il corpo fu ritrovato dallo stesso Osnago (suo ultimo compagno d’avventura).

Durante i funerali, tenutosi il 26 giugno 1918 a Quinto di Treviso, furono presenti tutte le autorità militari e civili e Gabriele D’Annunzio (suo grande estimatore) pronunciò l’elogio funebre.

Seppellito a Lugo, sulla tomba dell’Asso, si nota un’aquila, la quale solleva la bandiera italiana con la croce di Savoia.

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