di Michele Concilio

Nella città di Ciampino operano, come è noto, 5 parrocchie: Sacro Cuore di Gesù, San Giovanni Battista, Beata Maria Vergine del Rosario, Gesù Divino Operaio e San Luigi Gonzaga, ognuna naturalmente con il santo patrono da festeggiare devotamente e decorosamente.

Vi è, però una doverosa precisazione da fare: la città di Ciampino non ha 5 patroni (sarebbe un plateale surplus che nessuna città al mondo può annoverare). Il patrono cittadino è unico e, anche questo è un dato incontrovertibile e si chiama “Sacro Cuore di Gesù”.

Non è casuale questa premessa, perché ci aiuta ad introdurre un pensiero che sta a cuore a tanti, soprattutto ai “vecchi” ciampinesi che più si riconoscono nella realtà civica e religiosa del centro storico ciampinese.

I latini, in certe circostanze, e questa di cui ho appena fatto cenno ne è una, usavano l’espressione “primus inter pares” che, tradotto per i giovani d’oggi che masticano di più la lingua inglese che il latino, sta a significare che tra diversi soggetti, tutti paritari, ne esiste uno che fra loro ha titolarità, vuoi per vecchiaia vuoi per altro fattore, di considerarsi preminente.

Nel nostro caso, il riferimento è rivolto chiaramente alla chiesa-madre del Sacro Cuore di Gesù.

Bene, detto questo, veniamo alla festa patronale appunto del S. Cuore che si è svolta nei giorni 7, 8 e 9 giugno, una manifestazione che ha mostrato alcuni caratteri particolari.

Vivendo la nostra Ciampino quest’anno il 50° della sua costituzione in Comune autonomo, l’Amministrazione civica, nel collaborare con la Parrocchia, ha voluto dare un particolare risalto a contenuti afferenti le radici storiche ciampinesi.

Chi scrive ha avuto l’onore – ed anche il piacere per la verità – di allestire un evento che si è sviluppato in tre punti che brevemente riporto.

1° Una narrazione attraverso la proiezione di un powerpoint, basato su circa 150 slides (diapositive), attraverso le quali si è illustrata la genesi del toponimo di Ciampino, quindi l’arrivo della ferrovia, la nascita della Città Giardino e la storia del complesso monumentale del Sacro Cuore (poi IGDO) ed in particolare la vita della omonima parrocchia dalla sua nascita, dovuta alla grande figura del cardinale Pignatelli, fino agli inizi degli anni Cinquanta.

2° Una mostra fotografica con 20 immagini rare ed inedite, tratte da un libro del 1934 grazie alle quali è possibile un po’ rivivere l’atmosfera dell’ambiente di vita delle collegiali ospitate nelle mura del maestoso edificio del Sacro Cuore.

3° La riproduzione fotostatica del Numero Unico pubblicato in occasione della Festa Patronale del 1954, formato da 12 pagine, dove scorrendo le righe, si riassapora il linguaggio e la realtà del tempo e si ritrovano tanti nomi di vecchi concittadini ed esercizi commerciali.

Grande soddisfazione, lo ammetto, nel riscontrare tanta gioia ed interesse nei volti di chi ha voluto partecipare all’evento.

A parte ciò, qualche voce si è levata, soprattutto sui social, per dire che la festa patronale del Sacro Cuore non conteneva nulla.

E doveroso correggere questo pensiero e basta rileggere il manifesto della ricorrenza per attestare un programma, di certo non fenomenale ma neppure scarno o addirittura inesistente.

Venerdì 7 pomeriggio l’incontro letterario promosso da “Mondoscrittura” ed in serata, al termine della processione religiosa, il “Magnificat” magistralmente interpretato sul sagrato della chiesa dagli artisti appartenenti al Ballet Company della VAD (Visual Arts Department).

Sabato 8; della mattina abbiamo già detto, mentre nel pomeriggio, nell’ambito del progetto di inclusione sociale “CUR-ART”, laboratori di danze all’interno sempre del salone parrocchiale. In serata, nella chiesa, concerto di canto corale dell’Emsemble “Thesaurus”, diretta dal maestro Alberto Galletti unita all’esibizione del maestro Stefano Mhanna (giovane ma virtuosissimo musicista) per l’inaugurazione del nuovo organo. Per finire la serata uno spettacolo di clown.

Domenica 9: in mattinata l’esibizione di auto d’epoca Fiat 500 per le vie cittadine, pranzo comunitario nel salone dell’oratorio, e, nel pomeriggio il teatro dei burattini, molto partecipato dai bimbi (e dai loro genitori) ed un finale musicale dopo cena di musica dal vivo con VIVI PLAY.

Insomma, qualcosa c’è stato.

Riferendoci alla parte religiosa della festa certamente un motivo di soddisfazione è stata la presenza del cardinale Marcello Semeraro, già vescovo di Albano per un lungo periodo (dal 2004 al 2020) che ha presieduto la celebrazione eucaristica svoltasi la sera di venerdì 7.

A proposito del cardinale Semeraro, che, nonostante i suoi molteplici impegni, non disdegna di ritornare a Ciampino almeno nelle occasioni più solenni, dimostrando un attaccamento alla nostra città, ho avuto l’opportunità, al termine della celebrazione, intuendo il suo interesse per Ciampino, di donargli una copia del mio saggio storico “Le Regia Aeronautica ed il collegio del Sacro Cuore in Ciampino” che l’associazione ENEA, editrice di Tempi nuovi, ha dato alle stampe nello scorso mese di aprile.

Riprendendo i “rumors” espressi da vari cittadini sui social, è innegabile che la festa patronale del Sacro Cuore non abbia offerto alla città, come tanti speravano, un programma più corposo, magari supportato dalla presenza di numerose bancarelle, ma è proprio qui che dobbiamo fare una riflessione.

Perché ciò? La parrocchia del S. Cuore non ha un Comitato Festeggiamenti solido e robusto, in grado di garantire quelle risorse necessarie per ottenere risultati (parliamo soprattutto dell’aspetto commerciale).

Altre realtà parrocchiali hanno dimostrato di essere meglio strutturate. Basti pensare alla Beata Vergine Maria del Rosario alla Folgarella o San Giovanni Battista al quartiere Mura dei Francesi.

Quest’anno i parroci di tutte le parrocchie della vicaria di Ciampino (comprendente le 5 chiese ciampinesi più S. Rita in Cava dei Selci) hanno celebrato la messa vespertina, alternandosi da domenica 2 a giovedì 6, nella chiesa di piazza della Pace.

Domenica 2 don Jorge Do Amor Divino della B.M.V. di viale Kennedy; lunedì 3 don Mauro Verani di S. Rita a Cava dei Selci; martedì 4 don Bernard Bulai di GDO di via Icaro; mercoledì 5 don Antonio Scigliuzzo; giovedì 6 don Edoardo Limiti di S. Giovanni Battista in via Mura dei Francesi. Una parola va aggiunta per don Edoardo: è imminente il suo pensionamento e lascerà quindi la “sua” parrocchia. Forse proprio per questo motivo ha voluto fare un dono con l’esibizione, dopo la S. Messa di giovedì 6, della corale Note di Amicizia, di cui ne è il direttore, oltre che il fondatore.

La partecipazione di tutti questi parroci è stata una bella testimonianza di condivisione del clero diocesano operante nel nostro territorio.

Perché non ricopiare questo esempio anche nell’espressione laica? In altri termini: perché non cominciare a pensare già da adesso ad una edizione della festa patronale di Ciampino per la quale tutti i Comitati degli altri quartieri offrano un aiuto ed un sostegno concreto al fine di garantire alla nostra città una festa del S. Patrono al livello che le spetta?

Sicuramente è una bella sfida, ma sono convinto di interpretare i desideri e le aspettative di molti, in particolare della sindaca Emanuela Colella e del parroco del Sacro Cuore don Alessandro Tordeschi.

A scanso di equivoci e cattive interpretazioni: la proposta non intende naturalmente gettare le basi per l’annullamento delle feste patronali dei quartieri, feste che hanno tutto il diritto e la bellezza di continuare e di offrire spazi di buona vivibilità a tutta Ciampino.

Con la buona volontà e con le opportune sinergie ci sono le potenzialità per la costruzione di un tessuto urbano che ci faccia sentire orgogliosi di essere ciampinesi.

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