di Leonardo Vitucci
Cari lettori, in questo numero tratteremo un altro importantissimo ed illustre personaggio storico. A lui, è stata intitolata una delle scuole elementari di Ciampino ed è stato un importantissimo attivista e politico americano. Parliamo niente pò pò di meno che di Martin Luther King.
Martin Luther King nacque ad Atlanta (Georgia) nel 1929 e si batté con tutto sé stesso per i diritti degli afroamericani, tanto da essere il leader del movimento per la difesa dei loro movimenti civili. Vinse il Premio Nobel della Pace nel 1964, la Medaglia d’Oro Presidenziale nel 1977 e quella d’Oro del Congresso nel 2004.
Leader pacifista e pastore protestante, volle abbattere qualsiasi forma di pregiudizio etnico negli Stati Uniti, predicando le virtù dell’amore e della resistenza non violenta, tanto che le sue idee rispecchiarono quelle di Gandhi. Il grande sogno di King era quello di vivere in un mondo privo di distinzioni razziali ed in cui tutti vivessero liberi ed uguali.
King fu figlio del reverendo della chiesa Battista Martin Luther King Senior (americano di origini nigeriane) e l’organicista Alberta Williams. All’inizio venne chiamato solamente Martin King, ma dopo un viaggio del padre nella Berlino della Germania Nazista nel 1934, in cui venne a conoscenza della cultura di Martin Lutero, rimanendone particolarmente colpito decise di avvicinare Luther al suo nome originale. Così, venne conosciuto con il nome completo: Martin Luther King.
Sin da piccolissimo, King fu escluso dai suoi vicini di casa ed i genitori dei ragazzi imposero severamente loro di non parlare e giocare con lui. Comincia subito a capire, ascoltando i racconti della madre, cosa significhi essere neri in uno Stato del Sud, tanto che l’unica zattera di salvezza per loro sembrerebbe essere la fede in Dio.
King si iscrisse al seminario Chester, in Pennsylvania, una volta terminato il liceo e, nel 1951, concluse gli studi di teologia e si preparò a seguire le orme del padre, anche lui battista. A 25 anni divenne pastore di una chiesa nel profondo Sud degli States, in cui la situazione razziale era davvero dura. Fondò la Southern Christian Leadership Conference nel 1957 con altri attivisti dei diritti civili, tanto da esserne eletto capo il 14 febbraio a New Orleans, guidandola fino alla morte. Si batté per far si che anche gli afroamericani si battessero per il voto e per l’abolizione delle norme segregazioniste razziale nei servizi pubblici di Jim Crow, le quali (diffuse nella zona meridionale degli Stati Uniti) separarono i neri dai bianchi.
Il suo grido era questo: “Perché un uomo deve essere discriminato per il colore della pelle?”
Nel 1955, un evento in particolare sconvolse la lotta di King: il caso di Rosa Parks. La donna era un’operaia nera, la quale vedendo occupati tutti i posti dedicati ai neri su un autobus. Vista la stanchezza, la donna si sedette su un posto dedicato ad un bianco e viene così arrestata. King convocò così un’assemblea, decidendo di voler boicottare i mezzi pubblici per revocare la spartizione dei sedili sugli autobus, tanto che, il giorno seguente, i mezzi si svuotarono improvvisamente ed anche alcuni bianchi aderirono alla protesta non violenta. King fu accusato di aver danneggiato le aziende dei trasporti e la Corte Suprema dichiarò illegale la sua iniziativa e, da lì a poco, King venne spesso aggredito e finì in carcere, ma non si arrese. Il 28 agosto 1963 guidò una grande manifestazione interraziale a Washington, nella quale vennero uniti i criteri cristiani a quelli non violenti secondo il grido: “I have a dream”.
Il suo discorso fu un simbolo di speranza, uguaglianza e giustizia sociale ed è stata un’ispirazione per tutti gli attivisti che oggi combattono per una giusta causa e per chi vuole difendere i diritti civili. Ad Oslo, ricevette il premio Nobel per la Pace nel 1964.
Si spense a Memphis nel 1968, freddato da un colpo di un fucile di precisione alla testa, il quale gli causò un danno celebrale. La morte venne annunciata ufficialmente il 4 aprile 1968 alle 19:05 ed oggi la sua salma riposa, presso il cimitero Southwiev di Atlanta.
Un breve estratto del discorso “I have a Dream” di King ci permetterà di capire che grande anima è stata quella di questo grande personaggio, il quale ha cercato di lottare per un mondo migliore, privo di pregiudizi ed in cui tutti vivessero in pace, accettandosi e senza tener conto alle differenze etniche.
«Io ho davanti a me un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo dell’arroganza dell’ingiustizia, colmo dell’arroganza dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e giustizia. Io ho davanti a me un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere. Ho davanti a me un sogno, oggi!».