di Nicoletta Cutillo

“Negli occhi di un animale vediamo spesso i riflessi di un mondo nascosto e segreto: essi ci mettono in comunicazione, come attraverso una porta, con un universo diverso dal nostro.”

Chi può dire che, almeno una volta, non si sia soffermato a pensare che il proprio cane non sia dotato di quel sesto senso che a noi uomini a volte manca del tutto.

Ciascuno di coloro che hanno la fortuna di condividere la propria vita con un cane sa cosa significa ritrovarselo accanto nei momenti in cui siamo depressi, addolorati, magari preoccupati per qualcosa che non abbiamo neanche confidato a nessuno. Sanno cogliere tutti i segnali che inconsciamente trasmettiamo, senz’altro, ma come lo fanno bene e senza dubbio molto meglio di chi invece magari ci conosce da una vita.

La vita dell’uomo e del cane però restano invisibilmente legate da un filo misterioso anche quando i due si separano. E potremmo citare aneddoti in numero tale da poter riempire le pagine di un libro, fatti più o meno noti, accaduti a persone qualsiasi o a personaggi conosciuti.

Fra tutte voglio raccontarvene una, riportata nel secolo scorso dal famoso scrittore di fiabe Hans Christian Andersen, il quale ospitò il cane di un amico che dovette recarsi in Italia per ragioni di salute, essendo gravemente ammalato ai polmoni.

Nei mesi successivi alla partenza del padrone, l’umore del cane ebbe alti e bassi, in apparenza inspiegabili. Andersen ne capì la ragione quando cominciò a collegare, in base alle lettere che riceveva dall’Italia, che le crisi depressive di Amour (questo il nome del cagnolino) coincidevano regolarmente con i periodi più critici della salute del suo padrone.

Una notte Andersen fu risvegliato dal cane che gli leccava una mano. Subito dopo la bestiola cominciò ad uggiolare e si gettò a terra con tutte e quattro le zampe distese e in preda ad evidentissimo sconforto. La netta impressione dello scrittore fu che, in quel preciso momento, alle undici e trenta di notte, Amour avesse “sentito” la morte del padrone. Le successive notizie dall’Italia confermarono purtroppo tale supposizione.

Di storie come questa, come dicevo, ce sono tantissime e senza dubbio le spiegazioni che possiamo dare sono anch’esse tante, dalla semplice coincidenza ad una sorta di telepatia ma penso che possiamo dire senza timore di sbagliare che di qualunque cosa si tratti essa è costruita e vissuta sulla base della più forte emozione che un cane possa provare: quella dell’amore.

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