di Chiara Alfonsi

Oggi vorrei parlarvi di un teatro che visitai in un mio viaggio fatto circa dieci anni fa e che mi ha affascinata molto: il Globe Theatre di Londra. Ma prima, vorrei raccontarvi come è nato il teatro in Inghilterra, giusto una piccola parentesi.

Il periodo di massimo splendore delle arti in Inghilterra, tra cui appunto il teatro, fu durante il regno di Elisabetta I, collocato tra il 1558 e il 1625, e non solo si parlava di “età elisabettiana” ma anche di “teatro elisabettiano”. Avete capito bene, perché la regina amava le arti, l’intrattenimento, e quale soluzione migliore per far sì che tutti i suoi sudditi, di ogni rango sociale, potessero godere dello spettacolo di cui godeva anch’essa? Così, il teatro elisabettiano divenne un grande “contenitore aperto” a tutti, portò prestigio alla nazione e il grande merito attribuitogli fu quello di essere stato un punto di incontro tra le varie classi sociali le quali, seguendo la durata di un’opera, avevano la sensazione di appartenere alla stessa realtà e condividerne gli stessi sentimenti. Esso vide anche l’ascesa della figura dell’attore professionista, membro di compagnie teatrali itineranti. Tuttavia, con la nascita delle “playhouses” (teatri), le compagnie teatrali non avevano più bisogno di viaggiare, ma potevano far fiorire la loro “industria” nel cuore della città. Dunque, grazie al grande sviluppo continuo del mondo teatrale, la playhouse che sarebbe diventata celebre in tutto il pianeta, fu “The Theatre” quando, nel 1599, venne trasferita lungo la sponda meridionale del Tamigi e ribattezzata “Globe Theatre” nome che, per la sua forma circolare, ricorda il globo terrestre, e che deriva dal verso shakespeariano “All the world’s a stage” (“Tutto il mondo è palcoscenico”) tratto dall’opera “As you like it”. Il teatro aveva una struttura in legno, il tetto era aperto, quindi il pubblico che restava in piedi sotto il palcoscenico a guardare lo spettacolo, nonostante potesse commentare le varie scene da vicino ed interagire con gli attori, avrebbe dovuto subire le intemperie, mentre i tre ordini di galleria ospitavano all’incirca 2000 posti a sedere ed erano ovviamente più coperti; il palcoscenico era rettangolare e spazioso: sulla scena, infatti, potevano alternarsi fino a 12 attori contemporaneamente. L’originale fu distrutto da un incendio il 29 giugno 1613 ma ricostruito l’anno seguente; venne chiuso, nel 1642, per ordine dei Puritani guidati da Oliver Cromwell, perché ritenevano che il teatro potesse allontanare i fedeli dalla Chiesa, poi venne demolito nel 1644. Quello che vediamo oggi a Londra, a pochi passi dal Tate Modern Museum, è la ricostruzione inaugurata nel 1997. William Shakespeare diede notorietà al Globe e fu l’autore che influenzò tutto il Rinascimento inglese, oltre che membro della compagnia teatrale “The Chamberlain’s Men” (gli Uomini del Ciambellano).

Il Globe è stato utilizzato nel film “Shakespeare in love”, del 1998, diretto da John Madden. In questa storia, ambientata nel 1593, William sta cercando di scrivere un’opera che vorrebbe intitolare “Romeo e Ethel, la figlia del pirata”, ma gli manca la musa ispiratrice. Così, l’aspirante attrice lady Viola, che Shakespeare conosce in precedenza, e che durante la notte recitava i sonetti dell’autore, si presenta alle audizioni vestita da uomo, con tanto di baffi finti, parrucca e, ovviamente, anche un nome maschile, Thomas Kent. Riesce, così, ad ingannare tutti, ottenendo il ruolo di Romeo. Paradossalmente, è l’unica donna che recita il ruolo del protagonista maschile, questo perché, sin dall’antichità, alle donne era proibito esibire le proprie capacità nel campo della recitazione, ed allora tutti i ruoli femminili venivano affidati ad attori uomini.

È una travolgente storia d’amore quella che nasce tra lo stesso Shakespeare, interpretato da Joseph Fiennes, e la bella Viola, interpretata da Gwyneth Paltrow, ma proibita, perché il padre di Viola l’ha promessa sposa a Lord Wessex. È affascinante come, allora, all’interno dello svolgimento del film, ci sia stata l’ispirazione per scrivere quella che poi è divenuta la tragedia più famosa al mondo e, in fondo, anche romantica: “Romeo e Giulietta”. Nonostante il parallelismo tra il film e la tragedia, quello cioè di un amore proibito, la grande differenza tra i due è la presenza di donne: nella tragedia abbiamo Rosalina, di cui Romeo era innamorato, prima di conoscere Giulietta, e poi Donna Montecchi, Donna Capuleti, la Balia, la stessa Giulietta! Nel film, ahimè, tutti uomini, ma provate ad immaginare uno spettacolo in cui a recitare ci fossero solo donne. Bè, credo che sarebbe… uno spettacolo!

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