di Antonella Feligetti

Studi del 2007 pubblicati sul British Journal of Educational Psychology hanno dimostrato che i temi scritti a mano da bambini della Scuola primaria risultavano migliori di quelli scritti con una tastiera. Nel 2011 Sulzenbruck ha messo in guardia contro il pericolo di far perdere agli studenti l’abilità di scrivere a mano e la neuro-scienziata Audrey Van de Meer ha recentemente dimostrato l’importanza delle connessioni senso-motorie che l’uso della penna favorisce.

Connessioni neuro-cerebrali complesse vengono attivate nel bambino quando nel corso dell’apprendimento impara a riconoscere linee, curve, spazi e successivamente a collegare le lettere tra loro.

Cognitivamente il reiterato “aggiustamento” visivo-motorio necessario per scrivere una lettera e per collocarla nello spazio del foglio attivano la corteccia parietale preposta alla capacità di calcolo, linguaggio, orientamento spaziale e memoria.

Queste considerazioni scientifiche che ci ricorda lo Psicopedagogista Daniele Novara in un suo recente articolo giustificano il mio sforzo, in qualità di grafologa, di “difendere” la scrittura a mano ed in particolare il corsivo in ogni ambito culturale.

Una bella scrittura anche su un foglio stropicciato ci parla di noi e comunica qualcosa a chi la riceve, molto di più che una lunga mail, seppure scritta secondo i più moderni dettami della comunicazione digitale.

Voglio ricordare ai lettori la bellezza delle lettere indirizzate a qualcuno per comunicare i nostri sentimenti o semplicemente indirizzare un pensiero o sollecitare un ricordo.

Ora non si usa più, ma ogni volta che scriviamo a mano avviene un importante processo di crescita. Lasciare sul foglio una traccia di noi, da rivedere nel tempo, si rivela sempre portatrice di una emozione unica.

Spesso, durante le mie conferenze di grafologia, ricevo la confidenza di chi mi rivela, in gran segreto e con emozione, di avere, vi piacerà in qualche angolo della casa, tante scritture, lettere, diari.

Gelosamente riposti, ma mai inviati e fatti leggere ad alcuno, come se dentro ci fosse una parte preziosa di chi scrive, da conservare per sé.

Materiale spesso unico e prezioso che sarebbe bene far conoscere agli altri.

Ebbene io vi invito, cari lettori, a riprendere la buona abitudine di scrivere a mano, se la doveste aver persa. Vi dirò di più: potete inviarmi scansionata via mail (sigh) una vostra lettera scritta mano ed io sarò ben lieta di farvi l’analisi grafologica, se vi farà piacere riceverla.

La grafologia permette una conoscenza dell’autore dello scritto che si rivela a volte sorprendente.

Provate a conoscervi meglio, vi piacerà!

Un caro saluto

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