di Angelica Sterbini

Nei miei precedenti articoli è già stato trattato della tecnologia ma mai del rapporto che i giovani ad oggi hanno con i social ed è quello che vorrei andare ad affrontare lasciandovi questo articolo.

La premessa più grande che ci tengo a fare è che i social quasi obbligano a far vivere i giovani in uno stato di comparazione permanente: ciò che vediamo su Instagram, Tik Tok o Facebook sembra sempre più bello di ciò che abbiamo noi o di quello che siamo noi, ma c’è una cosa che i ragazzi e in generale anche gli adulti faticano ad accettare, ossia che la maggior parte dei contenuti che ci vengono mostrati online sono falsi. I social media non sono la vita reale: la società mediale è puramente recitativa. Uno dei problemi maggiori è che nei giovani spesso nascono sentimenti di invidia perché il social premia l’estremo, l’anormalità, la viralità: se vediamo un’influencer che sta in un posto idilliaco, allora ci sorge la tristezza poiché vorremo essere noi lì al suo posto e la nostra “normalità” della vita di tutti i giorni ci pesa non capendo che potenzialmente essa è più felice del soggiorno idilliaco dell’influencer.

Un altro problema dei social media è che spesso è più importante condividere ciò che si fa piuttosto che viverlo; vorrei a tal proposito riportare un esempio personale. Da un po’ ho eliminato tutti i social network che avevo per ragioni personali e sono uscita con le mie amiche: siamo andate in un ristorante e la mia amica doveva necessariamente fare una foto al piatto che aveva e ha iniziato a mangiare dieci minuti dopo rispetto alle altre. Questa persona ha preferito far vedere ai followers cosa stesse per mangiare piuttosto che vivere il momento con noi e condividere il pasto insieme. Non ci rendiamo conto del potere del dispositivo mobile sul nostro cervello.

A tal proposito vorrei aprire una parentesi: come i social media ti tengono schiavo. E’ molto facile che in realtà non siamo noi ad avere il controllo su di loro m loro ad averlo su di noi e questo succede perché tramite l’utilizzo dei social media avvertiamo livelli di piacere, soddisfazione e compenso per uno stato di noia, frustrazione o rabbia. Questo perché in questi stati d’animo il cervello cerca un sollievo e una dose dopamina che riceve dai social, in modo quasi naturale e irrazionale. Quindi in sostanza può esserci un utilizzo di questi sistemi oppure è il sistema stesso ad utilizzare te.

Vorrei concludere citando una frase di un rapper italiano, che ci può aiutare a sintetizzare a capire il discorso: “Cos’è il progresso se nel suo processo ha spinto l’individuo a rinunciare a sé stesso”.

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