di Luigi Proietti Orzella

Premetto che non farò un discorso di carattere religioso, e neanche politico. Io riporto solo quello che vedo e il mio scopo è voler puntare il dito sulla degradata situazione del Campo di inumazione del nostro Cimitero.
La realtà attuale è oltremodo disastrosa: manca di livellazione del terreno, di viali calpestabili senza doversi azzoppare, di un’adeguata squadratura degli spazi da destinare alle tombe e di illuminazione delle lapidi. Inoltre, cosa grave questa, della doverosa cura degli spazi dove riposano i nostri cari estinti. Le responsabilità sono molteplici: in primis, delle Amministrazioni perché, quando si pensò di destinare la zona attualmente occupata dal campo di inumazione, nessuno si prese la briga di livellare il terreno, squadrarlo opportunamente per creare dei viali, vialetti e spazi ordinati e in linea tra loro per posare le tombe. La conseguenza di questa mancanza è che quando venivano scavate le fosse gli addetti, senza un adeguato riferimento, si sono trovati (e tutt’ora è così) a lavorare ad occhio, creando una teoria di tombe messe a zig-zag. Basta mettersi in linea con le lapidi, da qualsiasi parte lo si voglia, per rendersi conto di questo lavoro molto approssimativo. Poi, è mancata fin dall’inizio una regolamentazione precisa sulla dimensione degli spazi dedicati alle tombe e tra di loro e, in seguito, un adeguato controllo affinché i famigliari degli estinti non agissero a proprio piacimento, soprattutto per quello che riguarda il poter inserire, come giusto decoro, delle piante. La conseguenza della mancanza di un opportuno lavoro preventivo e di controllo ha portato questo campo ad un degrado vergognoso, soprattutto per quello che riguarda il rispetto verso gli estinti che riposano là sotto, trattati, evidentemente, come se fossero dei “morti di serie B”. In questo, e tengo a sottolinearlo, c’è anche la grande responsabilità dei famigliari degli estinti che non si curano delle tombe. Ve ne sono alcune con addirittura alberi che sommergono, oltre la tomba del proprio Caro, anche quelle circostanti. Da parte di alcuni di questi, addirittura, c’è anche la pretesa che siano gli operai del cimitero o della ditta che effettua la falciatura a riordinare e pulire dall’erba lo spazio dove riposa il loro congiunto. Chiudo qua il discorso sperando che chi ha la responsabilità del cimitero raccolga questo mio pacatissimo appello, ricordando, soprattutto a coloro che se ne fregano dei propri morti, che in quel posto siamo destinati ad andarci tutti. Sarebbe il caso di rendergli onore e decoro. Il grado di civiltà e di umanità delle persone si misura anche da questo.

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