di Alberto Podda

Nella storia dell’astronomia ma, tutto sommato, della scienza in generale c’è un fenomeno psicologico che la storica della scienza Margaret Rossiter chiamò “effetto Matilda”. Ciò deriva da una donna americana, originaria dello stato di New York: Matilda Joslyn Gage, fervente attivista del gruppo delle “suffragette” con l’obiettivo di far esprimere il voto politico alle donne. L’effetto Matilda è una condizione di oppressione psicologica o di inganno verso le donne che diedero tanto alle scoperte d’interesse scientifico ma, volente o nolente, demandarono il loro operato ad uomini, senza alcuna onorificenza o riconoscimento espressi in pubblico. Ecco degli esempi!

Ipazia Di Alessandria ai tempi dell’antica Grecia, mente brillante divenne direttrice della biblioteca di Alessandria D’Egitto e rimise ordine dividendo tutti i testi di matematica, filosofia, astronomia ed altre scienze. Ebbe dei seguaci ma in quanto donna, appariva scomoda e fu trucidata da una setta, detta dei Parabolani.

Nel 12° secolo Trotula De Ruggiero scrisse una serie di trattati in medicina da cui si originò la ginecologia e l’ostetrica. Dopo la sua morte, le firme sui suoi testi le apposero altri.

Henrietta Leavitt in quanto donna, non poté approdare in un osservatorio ma studiò un tipo di stella variabile, denominata “cefeide” in onore di una stella della costellazione di Cefeo. Questo astro mostra improvvisi picchi di luminosità per poi indebolirsi lentamente fino al prossimo picco. La cadenza dei picchi di una cefeide di piccola massa è svelta ed è lenta ad una di grande massa è… Un po’ come i tempi di oscillazione delle campane.

Alice Ball trovò il rimedio contro la lebbra. Morì a 24 anni nel 1916, pare per un’intossicazione da piombo ma il certificato di morte riporta la tubercolosi. Il presidente dell’Università lo sperimentò con successo, mettendoci la sua firma. Fortunatamente alcuni colleghi di Alice Ball negli anni ‘70 rinominarono la cura “metodo Ball” in suo onore.

La teoria della relatività l’aveva da tempo in mente Albert Einstein appena sposato, impiegato all’ufficio brevetti di Berna. Per questo lavoro di fortuna pare non avesse tempo per pubblicarla. Ci pensò la prima moglie Mileva Maric a riordinare le sue scartoffie e scriverle in bella copia. Quando esponeva questa sua teoria, Einstein quasi mai fece menzione dell’aiuto di sua moglie.

Nettie Stevens attraverso lo studio di alcuni insetti, scoprì i cromosomi X e Y responsabili nel determinare il sesso. Il professor T. H. Morgan che l’assunse ad una università, sminuì la sua scoperta, ma ella trovò conferme tramite ricerca sui moscerini della frutta. Un tumore al seno ce la portò via nel 1912 ma il professor Morgan attinse dai suoi testi e vinse il premio Nobel nel 1933.

La doppia elica del DNA fu teorizzata nel 1952 dalla scienziata Rosalinda Franklin e l’aveva rivelato ad un gruppo di colleghi. Una volta appreso un certo fondamento, in gran segreto gli scienziati James Watson, Francis Crick condussero la ricerca e con Maurice Wilkins vinsero il premio Nobel nel 1962. Rosalinda Franklin era morta quattro anni prima.

Nel 1967 Jocelyn Bell, allieva del direttore dell’osservatorio di Cambridge Hewish, attivò il radiotelescopio dove dai picchi di alcune linee tracciate si poteva rivelare la presenza di una stella. Tra queste linee con diversi picchi si vide un zigzag molto ristretto che inizialmente fu chiamato “Omino verde”, intendendo un alieno che inviava messaggi. In seguito quello zigzag si scoprì indotto dalla rotazione svelta di un tipo di stella chiamata pulsar. È un tipo di astro post mortem rivelatosi dopo lo scoppio finale detto supernova di una stella ad almeno quattro volte la massa del sole. Era la sua rotazione sveltissima a conseguire questo a zigzag ristretto ai tracciati. Il premio Nobel, risata amara, lo vinse Hewish ma pare che la Bell acconsentì serenamente. Bontà sua, io ci sono rimasto male.

Cosa dire? A prescindere se si è uomo o donna, a scuola siamo tutti uguali, coi nostri sogni ed ambizioni. La scienza non è facile raccontarla, ma si può: è capace di incantare, affascinare. Hai scoperto qualcosa? Meglio non confidarlo troppo perché l’ambiente scientifico è una “fossa di serpenti” pronti per rubarti l’intuizione. La storia in generale ci parla di tanti geni che ancora in vita affrontarono l’ottusità e la superbia e dopo la morte si ricorda il genio (che ipocrisia!)

Io ad un astrofisico chiesi come si svolge la mutazione dell’idrogeno in elio nel sole e in un primo messaggio, dopo un’infarinatura iniziale, mi suggerì di documentarmi sulla catena protone-protone. Io adesso la catena protone-protone l’ho capita. L’elio finale si realizza in tre modi ma forse ne ho trovato un altro e chiesi se poteva esistere. Rispose stizzito, del tipo: “Lei non ha le basi sulla termodinamica! Se la studi e forse le risponderò”. Così ho cercato conferme su Facebook o email… “Io a queste domande non rispondo” oppure “Lei vada dal mago Otelma” oppure “Ci sono testi più specifici”. Possibile? Dell’attività solare parlo di protoni, neutroni, elettroni, positroni, neutrini, nuclei di elio3, elio4, litio7, berillio7, raggi X e raggi gamma… E ci sono testi più specifici? Non so con chi altri parlarne e francamente non so cosa consigliare, le cose non cambiano. Non cambiano! Come gli anni con la propria estate caratterizzata da tormentoni da ballare e la scienza tace nel proprio mondo austero di luminari, forti e deboli.

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