di Pino Tedeschi

Anche quest’anno il nonno ha tirato fuori dallo scatolone l’occorrente per preparare un presepino. Pensa di allestirlo sotto alla finestra nel giardino, al riparo dai temporali invernali. Per assemblare un presepe e far bella figura, bisognerà avere idee precise e procurarsi il materiale: la capanna con la natività, l’occorrente per qualche collinetta, una cascatella d’acqua messa in moto da un motorino, il castelletto dei Magi, che sono tre e vengono da Regni diversi, un muretto di pietruzze a secco per non far sconfinare le pecorelle, le statuine da posizionare nelle viuzze, un secchiello di sabbia… Ma, a questo riguardo, come definire le viuzze, non avendo a disposizione sabbia di mare o di cantiere? Certo, qui, si presentava un problema. Ma ecco un lampo: il nonno avrebbe definito le vie, specie quella che porta alla grotta del bambinello, con del “couscous” (in seguito cuscus), presente nel mobile della cucina di casa e da tempo non più utilizzato. Per chi non conosce il cuscus, diciamolo: in origine viene dal Nord Africa come i migranti, ma anche dalla Sicilia, terra di confine; è una semola a granelli grossi che si cucina al modo di una polenta. Questa volta quei granelli simili alla sabbia sarebbero serviti ad un altro scopo. Infatti, a lavoro ultimato, egli lo trovò bello quel presepe così definito in attesa dell’epifania.

Ma, da un paio di giorni, il nonno notava che un galletto posizionato a bordo della via che conduce alla grotta del bambinello era sempre per terra e, più in là, sdraiato anche un pastorello. Li rimetteva a posto, ma al rientro dalla sua passeggiata quotidiana li ritrovava ancora giù e, a ben vedere, anche piccole quantità di cuscus erano sparpagliate sul praticello. A riguardo, qualche sospetto veniva. Non essendoci state visite da parte dei nipotini, né di gente dispettosa decise (prima di partire in cerca di Babbo Natale) di appostarsi dietro alla finestra per spiare eventuali intrusi. – Da indagini esperite, ovvero dopo uno dei tanti appostamenti, il nonno cosa vede? Un fringuello! Che muove con intenzione il codino di penne, atterra il gallo e scansando una pastorella, rimanendo abbastanza distante dalla natività, mangia il cuscus e beve nella cascatella … Mannaggia, e adesso che fare? – pensava fra sé e sé il nonno: “il giorno dell’Epifania è lontano e aggiungere il cuscus ogni giorno, con l’uccelletto che spilucca all’ora della merenda non può essere una soluzione duratura e il cuscus può finire”. Ma la risoluzione del problema fu rimandata ad un altro giorno, perché il nonno non avendo ricevuto ancora le letterine (siamo passati dal cartaceo al digitale) aveva deciso di partire, come i vecchi tempi, alla ricerca di Babbo Natale per suggerirgli i regali da portare ai nipotini.

 

II parte

Al ritorno del viaggio, dopo alcuni giorni trascorsi alla ricerca del villaggio di Babbo Natale e delle sue nove renne volanti (per capire se il buon vecchio con la barba se ne va ancora per i cieli a portare i regali ai bambini di questo “nostro” mondo), cosa vede il nonno entrando nel giardino di casa? – Un vero disastro: in quel presepe una delle pecorelle collocata sul prato sta con la pancia per aria, il solito gallo, come nei giorni passati, è steso per terra. Baldassarre, uno dei magi, buttato giù dal castello ha la testa rotta, e non finisce qui: la statuina raffigurante “la donzelletta che vien dalla campagna…”, aveva – la donzelletta – giusto in testa, sulla crocchia, una cacca del fringuello o di altro non identificato uccelletto. Insomma, si capiva che alcuni piccoli volatili si erano ormai insediati, a giro d’ali, nel presepe per degustare granelli di cuscus saporiti e abbeverarsi alla cascatella. – Ma un presepe animato, secondo qualche mattacchione, poteva essere una bella idea da sfruttare: “un presepino semi-vivente a Ciampino”.

 

III parte

Si legge sul giornale che Babbo Natale non ha quasi più le renne (animali simbolo della Tundra Artica e delle foreste boreali di Norvegia, Svezia e Finlandia). I gruppi selvatici sono ridotti a pochi branchi: mutamento climatico, perdita di habitat e incidenti stradali sono i motivi della crisi. Sì, il dramma sono le renne agonizzanti sulle strade, travolte da auto e camion.  – Se così è, come fa il nonno a convincere Babbo Natale a venire nelle case di Ciampino? – Ormai si sa, le abitudini ci vanno drasticamente cambiando: la tecnica, la velocità e l’intelligenza artificiale sostituiscono e modificano le cose, e possono incidere sui comportamenti e le tradizioni. Sicuramente anche Babbo Natale fa ricorso ai social, al computer, al telefonino per arrivare ai bimbi e si affida ad “Amazon” (nuova formula educativa e sostitutiva). Ma, infine, vedere quel presepe così ridotto, che pena! Anche la Befana (antica vecchina che svolazzerebbe con la scopa magica tra i tetti delle case), cosa direbbe se solo si fermasse a guardare quel presepe, mentre col cappello alla romana (viva, viva, la befana), con indosso un gonnellone e un grembiule con le tasche piene di caramelle e cioccolatini? E poi, con le incursioni di quell’uccello (svolazza sulla capanna, fa piccole cacche e qualche puzzetta) che figura avrebbero fatto il bue e l’asinello?

Tutto questo si chiedeva il nonno, e non era più cosa da pensarci. La soluzione, cari amici che leggete questa storiella, è ormai chiara nella sua mente e non c’era più tempo da perdere. All’indomani sarebbe andato allo smorzo: in quel grande deposito, in cui si vendono materiali da costruzioni, per procurarsi un secchiello di sabbia di cantiere, necessario per ridisegnare le viuzze e la via principale che porta alla grotta del bambinello. Così facendo, e dopo aver ripulite le teste delle statuine, i tetti delle casette, e dopo aver operato un’aggiustatina alla testa di Baldassarre, potrà ricondurre lo scenario del presepe alla sua normalità, verso la natività del Signore avvenuta, come si racconta, 2023 anni fa. Il passerotto dovrà fare altrove la sua merenda.

 

P.S.

“Bambini, Babbo Natale non esiste”, dice la maestra: ciò provoca una recente polemica nata in una scuola elementare di Firenze. (Invece, San nicola è nato in Turchia, a Patara, intorno al 260 d.C. Fu il vescovo della città di Myra. Tra i vari episodi della sua vita, uno di questi sarebbe all’origine dello scambio dei doni). Perciò, giù le mani da Babbo Natale. Nessuno riveli ai bambini che non esiste. I bambini hanno bisogno del sogno per imparare a stare al mondo. Fantasia, gioco, illusione, fiaba, sono strumenti fondamentali della crescita e della loro formazione. Per scoprire il principio di realtà avranno tutto il tempo.

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