di Elisa Masini
Psicologa clinica specializzata in dipendenze
comportamentali e da sostanze e in sessuologia

Tutti gli esseri umani avvertono un profondo desiderio di essere felici e di trovare la serenità. Nel disturbo da ipersessualità la persona usa il comportamento sessuale per procurarsi volontariamente un mutamento del proprio stato emotivo, illudendosi di riuscire ad ottenere la felicità e la serenità non altrimenti sperimentate; oppure di ottenerle più frequentemente o stabilmente, non riuscendo a tollerarne l’assenza, la fatica, l’attesa o l’eventuale presenza di emozioni negative implicite nella ricerca. Ricerca di sesso, fantasie e rituali sessuali, sono anche un tentativo di fuga da problemi e sofferenze attraverso l’alterazione dello stato mentale, che avviene mentre si fantastica, si ricerca o si vive un rapporto sessuale. L’euforia di questi momenti permette infatti di raggiungere uno stato di benessere e di distacco dalla realtà, all’interno del quale la persona dimentica, seppure momentaneamente, tutti i propri problemi. L’alterazione emotiva dovuta all’appagamento sessuale appare quindi una condizione emozionante e avvincente proprio perché in grado di rimuovere sensazioni di dolore e angoscia, permettendo di sperimentare un forte stato di appagamento, soddisfazione e piacere.

Cessato l’orgasmo i soggetti avvertono spesso sentimenti negativi come rabbia, odio verso se stessi, tristezza, vuoto interiore e vergogna. Tali sentimenti e pensieri negativi, invece di rappresentare uno stimolo per smettere, creano spesso una pressione interiore che causa la ricerca di nuovo sollievo tramite i comportamenti sessuali stessi. In questo modo viene stabilito un circolo patologico di emozioni, pensieri e comportamenti che rende sempre più ingestibile la vita.

Mentre all’inizio il sesso è utilizzato come “strumento” attraverso il quale modificare il proprio umore, con il progredire del disturbo diviene il “fine” rispetto al quale la persona perde ogni facoltà di decidere se ricercarlo e attuarlo, oppure no: la ricerca del sesso diviene un comportamento al quale non sono più associati sentimenti piacevoli ma, progressivamente, sempre più emozioni negative o un senso di vuoto. Poco a poco, sesso e ricerca del sesso diventano bisogni fondamentali rispetto ai quali tutto il resto viene sacrificato, comprese le persone, considerate solo come oggetti da usare.

I dipendenti sessuali possono sempre più isolarsi da amici, famiglia e lavoro: la loro vita segreta può arrivare a essere più ampia e reale di quella pubblica.

Le persone affette da dipendenza sessuale, non avendo imparato ad entrare in contatto emotivo con gli altri e a fidarsi di loro, non riescono a fare affidamento sulle relazioni, bensì preferiscono cercare conforto nel mutamento mentale procurato dal sesso.

 

CYBERSEX

La tecnologia digitale sta progressivamente cambiando il modo di vivere le relazioni e la sessualità. Le applicazioni per gli smartphone permettono di individuare persone che in un determinato momento si trovano nelle nostre vicinanze e sono disposte e disponibili ad avere rapporti sessuali, eliminando i tempi di corteggiamento e il rischio del rifiuto. Sono sempre più frequenti relazioni affettive e sessuali online, con persone che si sposano virtualmente, che hanno rapporti sessuali virtuali e che fanno passeggiate romantiche nel web, magari bevendosi un drink digitale.

Sesso e sessualità sono fra gli aspetti dell’esistenza umana che, mediante Internet, stanno subendo cambiamenti radicali. Il sesso è la cosa più frequentemente ricercata nella rete e la soddisfazione di interessi sessuali è una delle attività più comuni.

La maggior parte degli utenti lo fa per scopi ricreativi ma una porzione significativa di questi ha, invece, già una preesistente problematica che ora trova un nuovo sfogo. Per gli altri, che non hanno questi presupposti, il cybersesso può comunque divenire la prima espressione di un Disturbo da Ipersessualità con una rapida progressione.

 

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