Normalmente io, quando devo visitare un luogo non conosciuto e lontano dall’Italia, non mi documento mai. Tutto questo per lasciare al momento la sorpresa dei luoghi in cui mi trovo. Devo dire che quasi sempre è una sorpresa piacevole e non un riscontro di quanto visto in precedenza su Internet o su libri di viaggio. Desidero scoprire il paese che mi ospita al momento e goderne al massimo delle sue bellezze. Nel 2013 fui invitato ad un viaggio a Singapore. Potete immaginare, dissi subito di si e cominciai ad immaginare il posto che secondo me doveva essere una seconda Hong Kong, un Macao o un paese con forti tradizioni asiatiche.

Mi ritornava sempre in mente il verso di una canzone famosa di qualche anno prima cantata dai “Nuovi Angeli” dal Titolo “Singapore” di cui alcuni versi facevano così:

Fiume Giallo, giù nel Fiume Giallo
Via di qui, lasciatemi stare
Singapore, vado a Singapore
Benedette, care signore.”

Arrivati all’aeroporto di Singapore già la prima sorpresa. Aeroporto modernissimo con al suo interno un giardino all’interno del quale ti potevi perdere. La città era modernissima e poco orientale. Di orientale c’erano solo i visi delle persone che erano un miscuglio meraviglioso di razze, dai Cinesi agli Indiani, Pakistani, Coreani ed altro. Il primo impatto mi rese perplesso e cercai di andare a cercare tracce di quella che doveva essere stata la Singapore degli anni passati. Piano piano riuscii a trovarle e ho cercato di documentarle nelle foto allegate. Va comunque ricordato che Singapore è la patria delle orchidee ed ospita un Parco a loro dedicato che merita assolutamente di essere visitato. Certamente Singapore merita un viaggio ma cercate di adattarvi a quello che incontrerete, modernità assoluta e qua e là avamposti di vita vissuta. Buon viaggio.

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