di Patrizia Gradito e Nicola Viceconti

Noi che abbiamo scelto di intestare la nostra produzione letteraria come Novelas por la identidad, ispirandoci all’impegno artistico delle Abuelas de Plaza de Mayo con il Teatro por la identidad, non potevamo mancare all’appuntamento che si è tenuto mercoledì 17 aprile presso la Facoltà di Lettere dell’Università Roma Tre, per assistere alla cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa in Lingue e letterature per la didattica e la traduzione alla Presidente delle nonne argentine, Enriqueta Estela Barnes de Carlotto (per tutti Estela).

Prima di addentrarci nei contenuti emozionanti della Lectio Magistralis tenuta da Estela Carlotto, vale la pena ricordare chi sono le Abuelas e perché sono conosciute in tutto il mondo. Estela è stata candidata più volte al Premio Nobel per la Pace per il suo straordinario impegno e la sua azione umanitaria. In Italia, ha ricevuto la cittadinanza onoraria della capitale nel 2013.

Le Abuelas de Plaza de Mayo hanno fondato una ONG la cui missione è “restituire l’identità ai nipoti appropriati durante l’ultima dittatura civico-militare in Argentina”, la Junta militare capitanata dal Generale Videla che si è istaurata nel Paese sudamericano a seguito del golpe di Stato del 24 marzo 1976 e che è durata fino al 1983. Un regime che ha esercitato la sparizione sistematica, dando luogo a una feroce realtà, quella dei desaparecidos, persone sequestrate clandestinamente e fatte sparire nel nulla e anche. La denuncia di simili atrocità unita a quella dell’appropriazione illegale dei nuovi nati si deve soprattutto alla coraggiosa e pacifica azione di sensibilizzazione delle Abuelas de Plaza de Mayo, madri dei desaparecidos e nonne defraudate dei propri nipoti. Sono le donne col fazzoletto bianco legato in testa, il pannolino di stoffa dei propri figli, il pañuelo, che iniziano a circolare intorno alla Plaza de Mayo, nell’aprile del 1977, in piena dittatura, di fronte la casa di Governo, dando avvio a una lotta collettiva ininterrotta fino ai nostri giorni.

Rispetto al diritto all’identità sono proprio loro ad aver conseguito importanti risultati a livello giuridico internazionale. Grazie alla loro partecipazione attiva all’ONU, nel novembre 1989, riescono a garantire il diritto all’identità dei neonati in tutto il mondo grazie all’integrazione nella Convenzione sui diritti dell’infanzia degli articoli 7, 8 e 11.

Definiti come “gli articoli delle Abuelas” questi atti sanciscono la registrazione immediata dopo la nascita; il diritto al nome e alla cittadinanza; la protezione della propria identità, compresa la nazionalità, nonché il contrasto ai trasferimenti illeciti di bambini all’estero.

La cerimonia, alla quale hanno partecipato moltissime persone di ogni età, è stata toccante per i contenuti trattati e al tempo stesso ha rappresentato un invito a riflettere su cosa possiamo fare noi, oggi, nel nostro quotidiano.

La lectio magistralis di Estela Carlotto – preceduta dai saluti di Massimiliano Fiorucci, Magnifico Rettore dell’Università Roma Tre e dall’elogi di Giorgio de Marchis, Direttore del Dipartimento di Lingue Letterature e Culture Straniere, e di Susanna Nanni, Docente di Lingua e letterature ispano-americane – non si è limitata quindi a una preziosa testimonianza di chi, instancabilmente, da 47 anni si prodiga per la ricerca della verità quale “unica cura per alleviare il dolore sofferto per i nipoti e figli scomparsi”. Le parole di Estela ci hanno fatto comprendere profondamente quanto sia fondamentale fare la nostra parte per combattere il negazionismo, l’oblio e l’ignoranza sempre più dilagante.

Un impegno che nel caso dell’Argentina – ha concluso la Presidente delle Abuelas – continua “affinché l’Argentina diventi il Paese che sognavano i trentamila desaparecidos”.

 

Patrizia Gradito e Nicola Viceconti (Novelas por la Identidad)

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