(Castellammare di Stabia, NA, 1970. Vive e lavora a Ciampino)

Diplomato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Napoli con Augusto Perez nel 1992, si dedica da subito alla pittura. Insegna Discipline Plastiche a Roma.

Testo Tratto dalla mostra personale il Viaggio, Fondazione The Bank 2019, testo di A. Riva

Il lavoro di Federico Lombardo si muove da tempo lungo due diverse direzioni solo apparentemente divergenti dal punto di vista stilistico, che prendono entrambe le mosse dalla ricerca originaria dell’artista sulla figura umana, sulla permanenza dell’iconologia classica nella sensibilità contemporanea, e sulle riflessioni relative al mutevole rapporto tra reale e virtuale (realtà concreta vs ambiente virtuale, pittura vs tecnologia, etc.) nell’era dell’onnipresenza dei mezzi tecnologici e della progressiva sostituzione, in moltissime attività produttive e creative, degli elementi materiali con quelli immateriali. Da un lato, infatti, l’artista ha messo a punto un linguaggio scabro ed essenziale, che, partendo da un’indagine sulla figura umana, ha via via perduto, in maniera quasi inavvertibile a prima vista, la materialità del processo pittorico tradizionale in virtù di nuove sperimentazioni all’interno di un linguaggio totalmente digitale. Dall’altra, ha sviluppato un complesso apparato compositivo e iconografico, in grado di mescolare, con sorprendente armonia e coerenza formale, frammenti di realtà contemporanea con riferimenti alla grande pittura italiana delle origini, quasi lo sguardo del pittore riuscisse, dopo anni e anni di sperimentazioni e di studi sulla pratica pittorica, a trasportare il caos, il disordine estetico e l’insensatezza del vivere contemporaneo all’interno di un “codice” compositivo classico. Non c’è alcuna retorica della “persistenza”, e men che meno quel gusto, quella compiacenza e rivendicazione della citazione, di stampo puramente postmodern, che ha caratterizzato molta pittura cresciuta e giunta a maturazione nel corso degli ultimi decenni del secolo passato (pensiamo, in particolare, ai vari anacronismi, citazionismi, supermanierismi etc., ma non solo), nell’approccio al lavoro pittorico di Federico Lombardo: quando il pittore cita, sembra semmai farlo più per riflesso automatico, per necessità strutturale quanto di imprescindibile automatismo della memoria (memoria non solo mentale, ma anche gestuale, compositiva, istintuale), quasi le stesse reminiscenze profonde dell’artista, quelle che regolano le sue connessioni intellettuali, i suoi ricordi ancestrali, i suoi ritmi interiori, i suoi studi, il suo aver viaggiato, studiato, visto e assimilato, nonché il muoversi stesso della mano in sintonia col pennello che disegna, progetta, delinea, “vede” anticipatamente e infine stende il segno e il colore sulla tela, avessero essi stessi, e con loro tutti quei gesti e processi accessori e istintuali, la capacità di rendere fatalmente apodittico, chiaro, evidente, armonico anche, lo spettacolo del quotidiano che ci troviamo ogni giorno a vivere nel corso della nostra esistenza.
Sono, semmai, le connessioni, volute o meno, consapevoli o meno, che la pratica pittorica stessa porta con sé, così come certe soluzioni matematiche si affacciano alla mente dello scienziato senza che il suo cervello ne sia nemmeno più conscio a livello razionale, a “costruire” l’architettura profonda, le simmetrie, i riferimenti inconsci e latenti di ogni singolo quadro. Quadro che, di rimando, sembra darsi accuratamente da fare nello sfuggire a qualsiasi classificazione, a qualsiasi interpretazione simbolica: mancando una chiave esegetica univoca, come avveniva nella tradizione della pittura moderna, sembrano infatti a prima vista venire a mancare anche le basi di comprensione e di interpretazione dell’opera, che non siano quelle, appunto, della pura osservazione dei ritmi e dello spettacolo multiforme e spesso insensato del nostro vivere quotidiano. Ma è appunto, forse, proprio nell’idea di “spettacolo” del quotidiano che la chiave interpretativa non tanto delle singole opere, quanto del corpus di lavoro dell’artista nel suo complesso (o per lo meno di una delle sue linee principali di lavoro), assume un senso e un punto di coesione tra classicità e contemporaneità, tra iconologia classica e dialettica del contemporaneo. Sono infatti i legami occulti, segreti, tra un quadro e l’altro, tra una scena rappresentata all’altra, alle volte così mascherati da sembrare quasi invisibili, altre volte invece così evidenti e macroscopici da far pensare a lavori legati da un filo conduttore narrativo sotterraneo che passa indistintamente da uno all’altro senza soluzione di continuità, come in una sequenza narrativa unica o in un’inesausta fiction cinematografica (secondo il canone delle serie tv, oggi diventate modello narrativo egemone della cinematografia contemporanea), a fare collante e da richiamo inconscio, nel lavoro dell’artista, all’altrettanto mutevole, ma, qualora lo si voglia leggere più approfonditamente, anche altrettanto emblematico a livello archetipale e simbolico, flusso narrativo della vita quotidiana.

Di recente è stato Citato nel Romanzo “La ragazza immortale” ed. La nave di Teseo di Camillo Langone, “Studio Italia” di Pier Sandro Pallavicini

 

Sintesi delle mostre principali:

50.a Biennale di Venezia 2003 – 54.a Biennale di Venezia 2011.

Fondazione the Bank, Il Viaggio. Bassano del Grappa 2019Galleria Marazzani Visconti Terzi, Piacenza 1998; 1999; 2000; Bonelli Arte Contemporanea, Mantova 2000, De March Solbiati arte contemporanea, Legnano, Milano

2001 Beel, Guida, Lombardo galleria D’Ac Ciampino; 2001 Biennale del Saraja, Emirati Arabi.  2003; Civica Galleria d’Arte contemporanea (Premio Lissone), 2002; Artcore/Fabrice Marcolini, Toronto, Canada 2005; Pac, Milano 2007; Galleria Civica di Trento, Trento 2007; Den Project New York; Francavilla a Mare (premio Michetti, Chieti 2007; QV Quadriennale, Palalzzo delle Esposizioni, Roma 2008; PAN | Palazzo delle Arti Napoli, Napoli 2013; Mac3 Museo civico di arte contemporanea Caserta 2013; Galleria Ninapì, Ravenna 2014.

Bibliografia principale:

Bibliografia –––
Gianni Romano, Nuove identità, galleria Marazzani Visconti Terzi,1998
Alessandro Riva, Immagini di donna, galleria Marazzani Visconti Terzi, 1999. Il nuovo ritratto in Italia, Spazio Consolo, cat. Electa Milano. 2000 Sui Generis, PAC, Milano, Medusa editore. 2000 Italian Factory, La nuova scena artistica Italiana, Cat. Electa. 2003 catalogo della 50°Biennale di Venezia. Il Viaggio, The Bank contemporaryart collection, Antiga Edizioni 2019
Michele Robecchi, De March-Solbiati, Legnano ,2000
Maurizio Sciaccaluga, Beatrice Buscaroli Mito Contemporaneo Futurismo e oltre, Basilica Palladiana, Vicenza , editore LAMEC 2003.
Maurizio Sciaccaluga Nuovi Realismi 58° premio Michetti, Vallecchi Editore 2007
Allessandro Romanini Viaggio in Italia, castello di malaspina , Massa, 2005
Emma Gravagnuolo, personale galleria pittura Italiana 2005
Maurizio Sciaccaluga, Luca Beatrice, personale Bonelli Arte Contemporanea, 2006
Ivan Quaroni, Kindergarten, galleria l’Immagine Milano
Igor Zanti, Faces, 2007 Barbara Maheler, Lugano; L’insotenibile leggerezza dell’acqua, galleria Zaion, 2007
Lorenzo Canova, XV Quadriennale di Roma, Marsilio editore 2008. Experimenta, Collezione Farnesina LVI. Premio Termoli, L’intreccio dei Viaggi, Termoli, Silvana editoriale 2011. Vedo, Giamart studio, 2007. Vitulano Reflecting skyn. Galleria Vulcano, Caivano; XXXVi Premio Vasto, Vasto Chieti, 2015. Sl project spazio Aratro Unimol, Campobasso 2016
Daniela Cotimbo ,  Personale Muve, galleria Maniero Roma 2010; Macò, museo della arti contemp. di Taranto
Massimo Sgroi,  Feeed back, Belvedere San Leucio, Caserta 2007.  I Corpo trascendente, Mac3 museo civico di arte conteporanea Caserta. Let there be more light, Belvedere di San Leucio, Caserta 2007
​Federica de Stasio, Personale Portraits AA29 Caserta 2016
Nikla Cincolani Collettiva Franco Marconi, S. Benedetto del Tronto, 2015
Olga Scotto di Vettimo, Atlante d’Arte contemporanea in Campania 1966-2016 Museo Madre Napoli<
Camillo Langone, L’arte che protegge, Palazzo dei Capitani del Popolo, Ascoli, 2019.

Alessandro Mescoli, Dell’Umana Dimensione, Palazzo Ducale Pavullo nel Frignano (Mo)

www.federicolombardo.net 

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