di Elisa Masini
Psicologa clinica specializzata in dipendenze da sostanze e comportamentali

L’adolescenza è una fase dello sviluppo durante la quale si viene a costruire una rete di molteplici relazioni che rispondono al bisogno di autonomia del ragazzo. Esiste, quindi, una tensione verso il nuovo, un desiderio di fare prove ed esperienze di ogni genere; ma il nuovo è anche fonte di paura, di inadeguatezza, di non essere all’altezza dei compiti che si prospettano. Per questo motivo, è presente un’ambivalenza verso il cambiamento e, dunque, un’oscillazione tra la voglia di provare e quella di rimanere nel proprio “rifugio” tranquillo e conosciuto.

I cambiamenti che vive l’adolescente non lasciano immutato il contesto familiare. Le nuove esigenze necessitano di una rinegoziazione reciproca delle distanze interpersonali, la quale presuppone un ruolo attivo di tutti i componenti della famiglia.

L’atteggiamento più adeguato dei genitori per far fronte all’adolescenza dei figli è quello di “protezione flessibile”, cioè un atteggiamento che consenta l’emergere dei bisogni di autonomia e di differenziazione e, nel contempo, sia sensibile ai bisogni di dipendenza, protezione e appartenenza ancora presenti dell’adolescente. Questa flessibilità permette al ragazzo, che si sta sperimentando in diversi ruoli, di fare ritorno nel nucleo familiare per confrontarsi, per elaborare le sue esperienze e per ricevere dai genitori dei criteri-guida che gli serviranno per orientare le sue scelte future (fattore di protezione).

Qualora il contesto non risponda in modo adeguato ai bisogni dell’adolescente, diventerà, di conseguenza, uno dei fattori di rischio che potrà influenzare l’emergere o meno di comportamenti problematici. Quest’ultimi, in adolescenza, si configurano come una delle manifestazioni di disadattamento e possono essere considerati come forme inadeguate di esternalizzazione delle difficoltà o del disagio.

È quindi fondamentale comprendere sia quali fattori dei diversi contesti di vita influenzano lo sviluppo di tali comportamenti, sia come orientare i percorsi di sviluppo verso un adattamento psicosociale positivo, in cui i comportamenti problematici possono essere evitati o rappresentare solo una sperimentazione adolescenziale da lasciarsi poi alle spalle.

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