di Fabio Bartoccioni

Il 31-12-2007 arrivò il giorno della fine della mia attività lavorativa. Ebbene sì, la tanto agognata pensione è arrivata. Cosa fare adesso? Molte ore le passavo al Bar Rita in via 4 Novembre e lì giorno per giorno incontravo nuove persone con le quali trattenermi a parlare. Ma non mi bastava, sentivo che desideravo qualche cosa di più, forse un premio a me stesso per la mia vita lavorativa intensa appena terminata. Forse un viaggio? E dove? Qualche giorno a pensare e poi arriva la decisione finale. Un viaggio negli USA, un Coast to Coast lungo la mitica Route 66 passando per Nashville, Memphis e New Orleans patria della Country Musica del Blues e del Jazz, per poi raggiungere San Francisco alla scoperta di qualche traccia del movimento, lì nato, dei “Figli dei Fiori”. Pensato e fatto. Il 24 Febbraio partenza per New York. Un paio di giorni nella grande Mela e il primo grosso problema. All’interno MEL Metropolitan Museum, mi cadde la macchina fotografica. Grossi problemi al punto tale che lungo il percorso fui costretto a ricomprarne una nuova. Ma questo non ostacolò minimamente il mio entusiasmo per l’itinerario che si presentava davanti a me. Treno per Filadelfia dove noleggiai la mia mitica PT CRUISER che mi accompagnò attraverso gli Stati Uniti. Via lungo diversi Stati fino a raggiungere il Tennessee. Visitate le Distillerie Jack Daniel’s ed ecco Nashville. Qui la musica era dappertutto e io ne feci una bella scorpacciata. Due giorni in città e poi dritto a Memphis (Graceland) la casa Museo di Elvis Presley. Al suo interno si respira solo “Magia”. Non Resta che scendere a New Orleans dove il Jazz è l’anima di questa città. È tempo di risalire a nord e raggiungere la mitica Route 66. Punto d’incontro con questa strada fu Amarillo dove a sorpresa, lungo la Route, spunta all’improvviso il “Cadillac Ranch”, l’idea di un magnate americano che conficcando nel terreno delle Cadillac ha creato un’attrazione a dir poco discutibile. Qui le giornate diventano interessanti per il fatto che lungo la Route 66, oggi quasi totalmente abbandonata, spuntano ogni tanto piccoli villaggi e quel che resta dei Motel e delle stazioni di servizio che erano l’anima pulsante di questa strada. Un salto al Grand Canyon, alla Monument Valley e alla Death Valley per poi scendere a sud verso la California. Prima di entrare in California è obbligatorio parlare del Bagdad Cafè. Un locale ancora aperto e dislocato in mezzo ad un’area quasi deserta. Qui la magia è pura. Si respira ancora il tempo passato. In questo locale ci girarono anche un film “Bagdad Cafè” (consigliato da vedere). Una volta entrato in California mi diressi dritto fino a San Francisco dove dopo alcuni giorni di permanenza, presi nuovamente il volo per casa. Erano trascorsi 40 giorni, avevo percorso 14.000 chilometri attraverso 14 Stati. Il mio sogno e il mio regalo per la pensione furono totalmente appagati.

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