di Francesco Rozzo
Nasce a Roma, in fase sperimentale, il primo liceo senza voti. Stiamo parlando del liceo scientifico “G. B. Morgagni” che ha deciso di eliminare la valutazione numerica al fine di non stressare gli studenti durante l’attività didattica. Scelta molto apprezzata, naturalmente, dai ragazzi che ha generato, però, grande condivisione, inaspettatamente, anche tra i docenti.
Io non mi trovo d’accordo. L’istruzione deve avere anche una funzione propedeutica all’attività lavorativa, e il voto rappresenta quella positiva forma di “ricatto” che consente e vincola gli studenti a seguire norme didattiche e comportamentali, che altrimenti verrebbero disattese. Le agenzie educative oggi si muovono inermi di fronte al grande fenomeno della dispersione scolastica che travolge il nostro paese. Per queste ragioni bisogna mantenere una linea di merito indirizzata sulla metodologia del voto che stabilisce equità e riconoscenza. Sicuramente l’esercizio del voto deve essere effettuato con criterio senza abusi né fanatismi. Siamo di fronte a un parametro che misura la crescita, stimola gli studenti riconoscendo a essi i sacrifici compiuti durante tutto il percorso scolastico.
Alcune volte, è vero, può essere negativo ma questo non deve demotivare, al contrario, deve spronare gli alunni a migliorarsi. La scuola, nel suo piccolo, svolge un ruolo importante al fine di formare ed educare le nuove generazioni al senso di responsabilità. Ha come compito morale ed etico quello di riportare al centro della funzione educativa il merito.
Molti considerano il merito sinonimo di disuguaglianza perché pone, inevitabilmente, su piani diversi gli individui. Ma uguaglianza non significa mettere tutti sullo stesso piano, uguaglianza significa far partire tutti dallo stesso punto e poi ognuno in base alle proprie potenzialità e capacità ottiene i risultati che merita.
Il principio del merito è fondamentale negli istituti di insegnamento, nelle università, nei luoghi di interazione sociale e, soprattutto, nel lavoro.
Per queste ragioni il voto è utile, perché è semplicemente una forma di giustizia sociale