di Fabio Bartoccioni

Un paese meraviglioso dove l’arte del vivere si riscontra in modo particolare nelle Medine dove quella di FES (Patrimonio dell’UNESCO) è tra le più suggestive.

Al suo interno la vita si colora e movimenta sin dalle prime ore del mattino. La cosa più bella per un turista è perdersi in essa. Si, perdersi momentaneamente, girare e ammirare angolo per angolo e negozio per negozio. Girando in quella di FES puoi imbatterti nell’INFERNO. Parlo delle Concerie dove la vita, per modo di dire, è tutt’altro che umana. Sono riuscito a scendere al suo interno e trovarmi a tu per tu con le persone addette alla concia. Il lavoro è breve, poche ore, in quanto nonostante vengano usati prodotti organici, le condizioni sono disumane ed è bene rimanerci il meno possibile. Nelle foto a seguire un assaggio di quanto detto sopra.

Se capitate da quelle parti e volete vedere le concerie, è possibile accedendo tramite i negozi di pelletterie. Vi accompagneranno al terrazzo dove potrete vedere le Concerie nel loro insieme. Vi daranno un mazzetto di menta da mettere sotto il naso per alleviare la puzza delle pelli e della “Cacca di Piccioni” che mischiata all’ammoniaca serve per sbiancare e disinfettare le pelli.

Tutt’intorno la vita si svolge regolarmente, confusione e richiami che arrivano dalle Moschee richiamando i fedeli alla preghiera. Spingendomi fuori da FES, puntando a Nord verso Tangeri, si può incontrare il Paradiso. La vita in questa cittadina è molto simile a tutte le altre città del Marocco ma il suo particolare è che questa città è totalmente BLU. Parlo di Chefchaouen.

Si dice che a dipingere la città di blu furono gli ebrei che si erano rifugiati qui per fuggire le persecuzioni in Europa, per i quali il colore azzurro doveva simboleggiare il Paradiso. Esiste, però, anche una teoria molto più pratica, secondo la quale il colore azzurro funziona come repellente per zanzare e altri insetti: da qui l’idea di abbinarlo al tradizionale bianco mediterraneo della calce.

La verità è che Chefchaouen, nascosta tra le montagne e a lungo isolata, è stata per molto tempo uno dei segreti meglio custoditi del Marocco, tanto che non si sa con certezza né quando, né perché fu introdotta l’usanza di colorare gli edifici di azzurro.

Una vita molto lontana dal nostro stile ma ricca di motivazioni di colori di profumi e tradizioni che ci lasciano a bocca aperta. Merita una visita.

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