di Alberto Podda

Chi ha sentito pronunciare nomi romantici come Sirio, Spica, Castore, Polluce, Antares oppure Aldebaran, Deneb, Altair o Betelgeuse? I primi sono nomi di stelle d’origine greco romana e quella degli altri è araba. Greci e romani si sono limitati alle stelle più brillanti. Il record spetta agli arabi che hanno dato un nome a tante stelle, anche ben più deboli.

L’astronomo tedesco Johannes Bayer trovò un modo più completo di nominare le stelle, comprese quelle già col nome dagli antichi, ponendo una lettera dell’alfabeto greco prima del nome della costellazione al genitivo latino (complemento che specifica il possessore con di, del, della, dei…). Pertanto secondo Bayer, la Polare è la a-Ursae Minoris (cioè alfa dell’Orsa Minore); Antares è la a-Scorpii (alfa dello Scorpione); Castore e Polluce sono la a- e la b-Geminorum (alfa e beta dei Gemelli). C’era un limite: le lettere dell’alfabeto greco sono in tutto 24 e ai tempi di Bayer (belli in cui c’erano molte più stelle), alcune costellazioni mostravano più di 24 stelle e così l’inglese John Flamsteed optò rinominò le stelle coi numeri, essendo infiniti. Il criterio è diverso: la luminosa Betelgeuse che per Bayer è la a di Orione, per Flamsteed è la 53-Orionis. Priorità per Bayer! I numeri di Flamsteed nelle costellazioni stanno dove Bayer, volente o nolente, ha omesso la lettera greca.

Alfabeto greco

a=alfa       n=ni

b=beta       x=csi

g=gamma  o=omicron

d=delta      p=pi

e=epsilon   r=ro

z=zeta        s=sigma

h=eta         t=tau

J=theta     u=upsilon

i=iota         j=fi

k=kappa    c=chi

l=lambda y=psi

m=mi (o mu) w=omega

 

Per stelle invisibili a cui ci vuole almeno con un binocolo, abbiamo i cataloghi SAO e HD contenenti centinaia di migliaia di stelle.

A questo punto ci viene spontaneo un quesito: qual è il bisogno di dare un nome alle stelle con una premura maniacale, quasi come volerlo fare alle api di un alveare o ai piccioni che passeggiano per tutta Ciampino? Immaginiamo un gruppo di amici, ognuno col proprio strumento ottico. Chi ha deciso di osservare la luna o Saturno o Giove o una bella stella e chi vuole scandagliare il cielo, spostando il suo cannocchiale a caso. Mentre uno esclama con stupore “Sempre bella la luna coi crateri”; “Bello Giove con le 4 lune”; “Visto Saturno con l’anello” quello senza un’idea precisa grida “FERMI TUTTI! HO SCOPERTO UNA COMETA DI PASSAGGIO!” Il cannocchiale è bloccato verso una stellina insignificante a noi nota solo con la lettera greca (Che fortuna perché se puntava una zona di cielo buia… Francamente non ho mai trovato testi con le liste SAO e/o HD). Proviamo a indicare col dito quella stellina ma un puntino a distanza infinita non convince chi ha chiesto dove puntare il proprio cannocchiale, a meno che sia una stella bella luminosa. Paradossalmente ci sarebbe chi ha capito la stella più a destra o più a sinistra o più in alto. Sotterfugi ce ne sono come una verticale da un qualcosa di fortuna che spicca: la cima di un albero, un campanile, un’altura, ecc.

Basta portarsi un bell’atlante stellare oppure oggigiorno sono disponibili alcune applicazioni per cellulare e si evince che la cometa è vicino ad esempio alla… Gamma della Lira. Tutto sommato sarebbe anche un’idea di una buona serata quella di organizzare con amici e far osservare le stelle col cannocchiale.

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