di Anna Belli

Julian Assange, giornalista, fondatore di Wikileaks, è cittadino di Ciampino. Lo ha deciso, a larga maggioranza, il Consiglio Comunale del 12 marzo. Ciampino si aggiunge così alla lunga lista di città che hanno conferito la cittadinanza ad Assange, che in questi giorni è in attesa del verdetto del tribunale britannico che deciderà se estradarlo o no negli Stati Uniti, dove rischia una pena che equivarrebbe ad un ergastolo. Il conferimento della cittadinanza è un modo per fare pressione in suo favore e per stare dalla parte della libertà.

Come saprete, Wikileaks, nel 2010, rese pubblica una gran mole di documenti riservati statunitensi, che rivelavano intrighi, dossieraggi di politici, valutazioni su politici stranieri (anche europei), pressioni. Ne seguirono reazioni sdegnate degli interessati e imbarazzo e ira USA. Anche in seguito, Wikipedia continuò a rivelare “di che lacrime grondi e di che sangue” il potere in varie parti del mondo, e in particolare quelle in cui gli Stati Uniti hanno commesso efferatezze, come ad Abu Ghraib e a Guantanamo.

Da allora, gli Stati Uniti hanno intrapreso una caccia ad Assange che lo vede, al momento, recluso nel carcere britannico di Belmarsh, in attesa di conoscere il suo destino.

La battaglia per difendere Assange è battaglia per difendere la libertà. Perché è chiaro che gli USA vogliono farne un caso esemplare: se riuscissero a condannare Assange e a farlo morire in carcere, avrebbero colpito uno per educarne cento. Avrebbero trovato il modo di intimidire chi, dalle pagine o dal sito di un giornale, vuole informare la pubblica opinione con notizie vere, pesanti, importanti, riguardo fatti che influiscono profondamente sulla nostra vita di nazioni, di popoli, di individui. Perciò si può dire, senza esagerare, che difendere Assange significa difendere la libertà.

Sembrano parole grosse solo perché, nella società in cui viviamo, siamo indotti ad abbandonare i voli alti, le idee alte, che danno alla vita forma e senso, per limitarci a voli da gallina, guardando ad interessi terra terra, da gente che vuole che si nasca, si consumi e si muoia per lasciare il posto ad un’altra generazione di consumatori.

Soprattutto in questa parte del mondo, l’Occidente, che si picca di presentarsi come libera, ma che in questi ultimi anni sta diventando, in realtà, sempre meno libera. E che non vuole cittadini, ma solo consumatori.

Ne è dimostrazione il fatto che questa battaglia di libertà trova meno appoggi di quel che si potrebbe pensare, nonostante le manifestazioni davanti alle ambasciate e i conferimenti di cittadinanza.

Ma nella giornata di ieri, 13 marzo, subito dopo aver saputo che Ciampino ha conferito la cittadinanza ad Assange, è arrivata la notizia che il comune di Milano, invece, gliel’ha negata.

La piccola Ciampino, questa volta, ha fatto meglio della grande Milano. Possiamo esserne fieri.

Abbiamo capito che nulla, nemmeno le basi della vita, sono scontate. Nessuno dei beni immateriali citati nella nostra costituzione è scontato. Neanche la libertà è scontata. E che essere cittadini significa, in primo luogo, difendere la libertà.

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