di Lina Furfaro

La dea della bellezza che nasce dal mare è l’io-narrante che avvia il racconto con l’espressione scelta dalla scrittrice “Mi chiamo Afrodite e sono la dea dell’amore”. 

 “La credibilissima favola di Afrodite” di Rosanna Massi, Robin Edizioni, è stata l’opera protagonista di un Venerdì pomeriggio, intrigante e vivace, che ha visto partecipi, a Ciampino, rappresentanze di numerose Associazioni culturali non soltanto del territorio, nonostante il forte vento e l’imperversare della pioggia.

Organizzata per volontà di Antonio Rugghia, il quale ha portato i saluti a nome dell’Associazione “Casa delle Culture” di Via Palermo, nella sede della Sezione Associazione Italiana Arbitri, l’iniziativa ha offerto una passeggiata con la dea dell’Amore, una rivisitazione attuale e coinvolgente del mito di Afrodite. Attraverso questa dea porta il suo messaggio Rosanna Massi, l’autrice abitante a Grottaferrata e che per quarant’anni è stata direttrice delle biblioteche di Frascati nonché ideatrice di numerosi Progetti tra cui l’Archivio Scrittori dei Castelli, opportunità senza precedenti ai Colli Albani per gli amanti della scrittura.

La dea della bellezza che nasce dal mare è l’io-narrante che avvia il racconto con l’espressione scelta dalla scrittrice “Mi chiamo Afrodite e sono la dea dell’amore”.

Diversi sono stati gli elementi messi in risalto in sala davanti ad un pubblico interessato: l’idea, l’approccio, l’espressione linguistica, l’uso di un registro particolare con doppia valenza, letterale e figurata. Il filo conduttore rilevante dell’opera, inizialmente sommerso, è stato il forte contrasto verso i pregiudizi di genere. Uno scritto giocoso con il capitolo iniziale esaltante, simpaticamente erotico e ironico, che apre alle divinità antiche; pagine deliziose tengono il lettore attaccato al libro, con una sorta di prosa poetica che gira intorno al sentimento sublime, l’Amore.

Le lettrici Gabriella Guidarelli e Cinzia Silvagni, intervenute con stacchi piacevoli hanno trasmesso compiutamente il tono burlesco e incalzante, appropriato per il racconto accattivante che viene introdotto calando Afrodite nel mondo degli umani: per il suo viaggio marinaro Afrodite utilizza a mo’ d’imbarcazione nientemeno che il gigantesco fallo di Urano, tagliato e buttato in mezzo al mare dal figlio Cronos.  Attraverso questo stile originale l’autrice fa sorridere e riflettere allo stesso tempo.

Nella narrazione la dea incarna l’amore, lo attraversa e lo vive nella sua bellezza, non ultimo nell’aspetto sessuale, perché sarà l’amore che risolverà il dilemma, antico e sempre attuale problema della disuguaglianza di genere, nato fin dalla notte dei tempi; una disputa che gira intorno ai due mondi, il potere maschile da una parte e la facoltà di procreare dall’altra. Si evince tra le righe la capacità della scrittrice: saper intrecciare storia, mito e problematiche sociali molto attuali, con squisita competenza letteraria anche nel porgerli al lettore.

Afrodite approda a Cipro, chiamata dal padre Zeus a porre riparo alle discordie degli dei e alla consuetudine di tagliare falli per ogni dissidio; a lei il compito di interrompere questa usanza di redimere così i conflitti. Ma il tessuto del racconto è sulla responsabilità dell’uomo il quale crea gli dei attribuendo loro vizi e virtù, nonché conflitti; con tutto ciò Rosanna Massi, amante dei vocabolari, gioca ordendo parole, per godere delle espressioni, adoperando sinonimi e sfumature. Veicola così il suo messaggio universale del rapporto uomo/donna. Un tema serio in uno scritto soltanto apparentemente leggero. È una critica profonda verso la realtà che viviamo: disparità di genere, sopraffazione dell’uno sull’altro, esaltazione del superfluo, dell’apparire più che dell’essere anche se “l’amor che tutto move…” è umano, intorno a noi.

Afrodite, eterna giovane conosce il passato, ma anche il mondo odierno – e qui l’autrice manda il suo messaggio grazie alla conoscenza dell’universo femminile, ricco di capacità, risorse, enormi potenzialità ormai in ogni campo. Molti personaggi sfilano e tante controversie accadono nell’Olimpo, è una sorta di rivoluzione nel mondo degli dei. Viene canzonato Zeus e messo in ridicolo Freud per la sua teoria dell’invidia del pene, qua trasformata in invidia della vagina, o meglio della procreazione. La terminologia, ora semplice e accattivante ora aulica e classicheggiante, tramuta pian piano il tutto in una riflessione sulle teorie della superiorità del maschio e sul patriarcato. Zeus invade, usurpa il tempio di Dione, dea madre che contrasta le prevaricazioni e promuove l’amore universale. E qui emerge chiara nuovamente la voce di Rosanna Massi-Autrice che sottolinea il valore delle origini, quando la dea madre era esempio di equilibri, prima che l’Umanità fosse invasa da forze e ostilità: si torni alle origini, ritorniamo umani dice Rosanna.

Il finale lascia speranza: l’Amore possa dare equilibrio più giusto ai rapporti umani e a se stessi, solo lui può; è possibile un’alternanza di poteri, un avvicendamento di servizio.

L’intervento finale dell’autrice ha confermato la valenza del senso ironico: per Rosanna Massi è una filosofia di vita, il codice per leggere e interpretare la realtà, un filtro attraverso il quale la donna e l’uomo non diventino succubi del mondo in cui vivono.

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