di Leonardo Vitucci

Possiamo definire il talento, come l’insieme delle doti e capacità che permettono ad un determinato individuo di ergersi e di ottenere risultati migliori rispetto ad altri soggetti che si cimenteranno nella medesima attività. E’ una capacità innata e riesce a far apparire un soggetto speciale rispetto agli altri, nel momento in cui lo mettiamo in pratica in ciò che stiamo facendo.

Ognuno di noi possiede delle doti e sa fare qualcosa meglio di altri, ma nessuno ne è consapevole sin dalla nascita. Il talento è qualcosa che ci viene donato, ma noi non sappiamo di disporre di questo asso nella nostra manica. Saranno le esperienze e la capacità di sapersi destreggiare nei vari contesti e nelle sfide che la vita ci pone davanti a permetterci di manifestarlo.

L’individuo cresce progressivamente nel tempo e, da bambino fino all’età adulta, vive di momenti. La vita è come un libro, tutto da sfogliare, ed in tutte le storie che si rispettino, ci sarà sempre un colpo di scena improvviso. Fra esperienze positive o negative che si vogliano, ci sarà sempre spazio per una sorpresa. Una di questa è scoprire di essere bravi in qualcosa, la capacità di riuscire laddove gli altri non hanno raggiunto l’eccellenza e la felicità di aver raggiunto degli ottimi risultati, grazie alla torta preparata, partendo dalla “farina contenuta nel nostro sacco”.

Il talento è come una stella che si trova all’interno del nostro corpo e si accende appena il nostro cuore batte forte e scoppia di passione, non appena ci mettiamo in gioco nel fare qualcosa che ci piace e dimostriamo le nostre doti. Ci sentiamo bene con noi stessi, ci godiamo l’apprezzamento della gente che ci osserva e ci sentiamo speciali, in un certo senso. E’ come se quella determinata attività la sentissimo nostra, grazie alle nostre capacità.

Come in ogni determinata situazione, bisogna sempre osservare il lato opposto della medaglia e ci accorgeremo che riecheggerà il proverbio: “Chi troppo si loda, s’ imbratta”.

Dobbiamo sempre essere fieri del nostro talento, ma mai vantarsene e sentirci troppo sicuri delle nostre capacità. E’ bello poter apparire belli per un momento, come fa il pavone quando apre la coda e mostra la ruota a tutti, ma è sbagliato volersi mettere troppo sotto i riflettori e parlare troppo di sé. Non è sempre un bene apparire belli. Bisogna anche saper riconoscere, umilmente, di essere anche secondi e di non sminuire mai ciò in cui sono bravi gli altri. Occorre brillare quando si deve, ma saper tramontare quando serve. Troppa luce, rischia di accecare e a noi fa star bene dimostrare chi siamo grazie alla forma e alla qualità, senza cadere nel tranello della quantità. Il troppo non sempre ci aiuta e potrebbe oscurare questa splendida luce che ci permette di contraddistinguerci nell’essere bravi in qualcosa.

Il talento da solo non basta, però. Non serve esordire sempre nel dire che siamo capaci. Ma bisogna agire. Agire è un verbo che vale sia per gli spavaldi, ma anche per i più timidi. Non bisogna mai pensare di non essere capaci di fare qualcosa, perché nessuno sa di avere a disposizione un talento. Bisogna essere disposti ad accettare la sfida. Provare e riprovare, ci permetterà di conoscere meglio noi stessi, di aiutarci a limare un diamante grezzo e ad accendere questa lampadina che prima non aiutava a far brillare queste capacità inespresse. Siamo noi a dover far sentire la nostra voce, ad urlare e a far rimbombare nel mondo, il grido che fa: “Ci sono anch’io”.

Per tutti vale questo imperativo da raggiungere, senza paura di attardarsi rispetto a chi è arrivato prima nei festeggiamenti: “Provate”.

Se mai dovessimo percorrere quella scala e dovessimo tornare indietro, mai e poi mai questa stella si accenderà e rischieremo di vagare nel limbo. Invece, l’individuo è esperienza vivente ed il talento si alimenterà di questi momenti di vita che ci permetteranno di dimostrare al mondo la nostra specialità al mondo. Senza paura, queste doti speciali arriveranno, ma dovremo essere noi a scendere in campo.

 

Una mia poesia sul talento

 Coraggio, determinazione e virtù,

la luce di ciò ch’io sono, m’illuminerà sempre di più.

La fiamma si accende, arde e campion mi rende.

Non voglio smettere di fare,

la mia corsa non oso arrestare ed il mio spirito non si arrende.

Di tal luce, ognuno è dotato,

in qualcosa sai di essere portato.

All’inizio, questa non si rivelerà.

Sarà la vita a svelarci quando questa si presenterà.

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