di Luigi Proietti Orzella

Churchill diceva “La Storia la scrivono i vincitori”.

Niente di più azzeccato. Ma forse significa anche che la Storia debba essere sempre narrata dagli uomini. Una Storia scritta su misura per la gloria maschile.

La memoria degli esseri umani comincia a prendere forma in famiglia. Ma è una memoria legata alle emozioni, ai messaggi educativi, ad episodi che poi col passare del tempo rimangono radicati soprattutto nella sfera dell’affettività. Invece, la memoria riguardo chi siamo, da dove veniamo, quali sono gli usi e i costumi del popolo e della nazione a cui apparteniamo, che sono tutti aspetti che poi influiranno sulla socialità, viene elaborata a Scuola. Non ricordo di qualche accenno sui miei libri di storia riguardo l’argomento trattato in questo istruttivo, commovente, magnifico evento. Ma c’è da ricordare che il mio tempo adolescenziale era preda dei democristiani, che facevano di tutto per far apparire i partigiani come sinonimo di comunisti (anche se in effetti lo erano in maggioranza) e, quindi, mangiatori di bambini. Evento ben condotto nei ritmi, chiaro, in cui insieme a dei fatti storici indiscutibili ho ascoltato parole veramente sentite grazie alla prepa-razione ed al trasporto sincero di chi parlava. Durante le testimonianze esposte ho provato indignazione e rabbia per come il contributo di queste vite umane venga celato, di come la cultura ufficiale del nostro passato, lontano e recente, abbia sempre relegato le donne ad un ruolo secondario, e di come, in fondo, l’organo più prezioso di una donna per certa gente sia sempre stato l’apparato riproduttivo. Ma, più forte, grazie anche agli interventi di Giovanna Pesci ed Ugo Mancini, senza nulla togliere agli altri relatori, ho provato ammirazione verso quelle donne che nel peggior momento della nostra storia si sono sacrificate per dare il loro contributo di sangue affinché noi, che viviamo in questa triste epoca, avessimo la possibilità di essere liberi. E ho ripensato che ormai da qualche anno, tanto per fare un esempio della perdita della memoria collettiva, la percentuale degli elettori cala inesorabilmente. Sembra che nel giro di qualche decennio abbiamo dimenticato tutto, e che ci vada bene tutto. Luciano Cerasa ha messo il punto proprio su tale aspetto parlando del suo lavoro di giornalista: al giorno d’oggi si stanno presentando pericolosi sintomi di una malattia di cui si infettarono gli italiani di cento anni fa. Si riferiva al controllo asfissiante su tutti gli aspetti della nostra Società. In particolare il bavaglio alla stampa e le manganellate a degli studenti di medie inferiori che dimostravano dissenso pacificamente. Questo evento ha riproposto due aspetti fondamentali della memoria storica che da troppo tempo chi gestisce il Potere cerca in tutti i modi di non far conoscere, soprattutto ai giovani: il contributo dei partigiani ed in particolare delle partigiane, prezioso come quello degli uomini. Un contributo di vite umane donate all’Italia per avere una Società più giusta. Un’eredità di un valore in-calcolabile, lasciata a noi, che attualmente, come già accennai, ci re-chiamo a votare al 50% sugli aventi diritto, sputando sul sacrificio di chi ha perso la vita per ottenere il diritto cardine di ogni democrazia degna di tale nome. Contributo, quello delle partigiane, che però, a differenza di quello maschile, non viene onorato per quello che merita.

Eccole quelle 19 Donne che furono insignite della Medaglia d’Oro al Valore Militare. Non dobbiamo dimenticarle, anzi, raccontiamo la loro vita a chi ancora non le conosce. Si vive per essere ricordati.

 

Irma BANDIERA, Bologna 1915-Meloncello 1944. Fucilata.

Ines BADESCHI, Conselice 1914-Riva del Po 1945. Torturata.

Livia BIANCHI, Melara 1919-Cima Valsolda 1945. Fucilata.

Gina BORELLINI, San Possidonio 1919-Modena 2007. Ex Deputata

Carla CAPPONI, Roma 1921, Zagarolo 2000. Ex Deputata.

Cecilia DENAGUTTI, 1914 Udine-Trieste 1945. Fucilata.

Gabriella DEGLI ESPOSTI, 1912 Crespellano-Castelfranco 1945. Fucilata.

Paola DEL DIN, 1923 Pieve di Cadore. Tuttora vivente.

Anna Maria ENRIQUES, 1907 Bologna-Firenze 1944. Caduta in com-battimento.

Maria Assunta LORENZONI, 1918 Macerata-Firenze 1944. Caduta in un tentativo di fuga.

Irma MARCHIANI, 1911 Firenze-Pavullo nel Frignano 1944. Fucilata.

Ancilla MARIGHETTO, 1917 Castel Tesino-Coazzo (Trento) 1945. Fucilata.

Clorinda MENGUZZATO, 1924 Castel Tesino-Castel Tesino 1944. Torturata.

Norma PRATELLI PARENTI, 1921 Massa Marittima-ivi morta nel 1944. Fucilata.

Rita ROSANI, 1920 Trieste-Monte Comune 1944. Caduta in combatti-mento.

Modesta ROSSI,1914 Bucine-Arezzo 1944. Fucilata.

Virginia TONELLI, Castelnovo del Friuli 1903-Trieste 1944. Torturata e bruciata viva.

Vera VASSALLE, 1920 Viareggio-Lavagna 1985.

Iris VERSARI, 1922 Portico San Benedetto-Cornio di Modigliana 1944. Ferita, si suicidò per non cadere in mano nemica.

 

NB: per scrivere questo commento mi sono documentato a fondo. Lo dico soltanto per ricordare che il WEB è un mezzo prezioso per potersi informare e sfuggire, se si vuole, a tutta quella informazione addo-mesticata e bugiarda, imposta da chi vuole sotterrare la nostra Storia e cambiare la percezione del passato a chi non ha potuto viverlo. Il mio ringraziamento va ad Angelo Nazio, nostra lucida memoria vivente, che mi ha fornito documentazioni preziose di cui non conoscevo l’esistenza.

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